La Centrale rischi

Leggere bene la Centrale rischi e l’utilità di indicatori sintetici 

Parliamo degli “indicatori di profondità nel tempo” e della loro applicazione alla Centrale rischi, documento che un’azienda dovrebbe sempre conoscere a fondo, perché può dare suggerimenti per una gestione finanziaria più efficiente e incide sulle valutazioni delle banche relativamente alla concessione del credito.

 

Gli indicatori di profondità nel tempo e il monitoraggio “facile”

Le aziende oggi lavorano in un contesto economico turbolento. Il consumatore finale si aspetta dal mercato prezzi sempre più bassi, tempi di consegna sempre più brevi, qualità sempre più elevata, varietà sempre più ampia e personalizzazioni di prodotti e servizi. Per gestire contemporaneamente queste variabili, su cui si gioca il confronto competitivo, le aziende devono dotarsi di strumenti e conoscenze che consentono di analizzare in profondità, e rappresentare in modo semplice e immediato, numerosi dati e informazioni relativi a un periodo di tre, quattro anni. I cosiddetti “indicatori di profondità nel tempo” sono costituiti da report e grafici, ordinati e organizzati in un cruscotto direzionale (nel gestionale o in Excel), che tengono monitorati:

- i dati economici sintetici di risultato (costi, ricavi, utili conseguiti o perdite subite);

- i dati finanziari (i fabbisogni di cassa nel tempo);

- la posizione creditoria verso i clienti e i tempi medi di incasso dai clienti;

- la liquidità disponibile;

- la posizione debitoria verso i fornitori e i tempi medi di pagamento ai fornitori;

- la posizione verso le banche e le società di leasing, con indicazione separata delle linee di credito affidate e delle eventuali rate scadute e non pagate (di mutui, leasing, altri finanziamenti);

- la posizione dei debiti fiscali pregressi (i cui termini di pagamento sono scaduti);

- il confronto dei propri indicatori di bilancio con quelli delle aziende concorrenti (il cui bilancio può essere richiesto in Cciaa).

Questi strumenti fanno risparmiare tempo al personale nella ricerca e nell’analisi dei dati ed evidenziano immediatamente se l’azienda nel tempo è cresciuta e in quali aree è migliorata. È un modo di operare ben diverso da quello, ancora oggi in uso ma di scarsa utilità, di presentare all’imprenditore un “malloppo” di documenti contabili e finanziari (bilanci, contratti di mutuo e di finanziamento con relative garanzie prestate, contratti di leasing, partitari contabili dei crediti, dei debiti, dei costi più rilevanti e del fatturato, elenco degli affidamenti concessi e utilizzati, il documento della Centrale rischi…).

 

La Centrale dei rischi (CR): un documento prezioso per l’azienda, spesso ignorato

La Centrale dei rischi – gestita dalla Banca d’Italia – è un insieme di informazioni sull’indebitamento dell’azienda verso le banche e le società finanziarie. Per le banche costituisce un elemento oggettivo di valutazione della situazione finanziaria dell’azienda. Per l’azienda è l’opportunità di conoscere i propri punti di debolezza, ma non sempre è percepita come tale. Non tutti sanno che chiunque (persona fisica, azienda o società) può gratuitamente consultare i propri dati della CR nel sito della Banca d’Italia, alla sezione “Servizi al cittadino”. I dati vengono riversati nella CR dalle banche e dalle società finanziarie, che sono responsabili della correttezza delle informazioni e sono tenute a correggere in tempi brevi eventuali errori.

È importante per l’azienda poter interpretare agevolmente questo documento, per conoscere meglio sé stessa, essere più consapevole e preparata al confronto con gli istituti di credito, capire dove intervenire per migliorarsi.

 

Quali conoscenze si possono trarre dalla Centrale rischi?

Dalla lettura della CR si evincono indicazioni importanti:

- il rating dell’azienda, un punteggio assegnato dal sistema bancario che determina le possibilità dell’azienda di accedere al credito o ottenere condizioni economiche più favorevoli;

- quali sono le informazioni che migliorano (o peggiorano) il rating;

- come si può migliorare nel tempo il rating.

Inoltre, la consultazione permette di controllare i dati contenuti nel documento al fine di correggere o rettificare quelli non corretti. Se un’azienda, ad esempio, riscatta un macchinario acquistato in leasing (estinguendo quindi il debito) ma l’informazione relativa all’operazione finanziaria rimane per errore in CR, essa peggiorerà ingiustamente il rating, determinato su un indebitamento inesistente.

 

Come rendere leggibili le informazioni della Centrale rischi?

Il documento della CR è difficile da leggere e può diventare voluminoso negli anni. Va quindi semplificato con analisi sintetiche e rappresentazioni grafiche che illustrino la situazione in un colpo d’occhio. Grazie alla conoscenza delle ragioni del proprio punteggio, l’azienda potrà instaurare un dialogo continuativo e costruttivo con le banche. Mentre l’azienda vede nella CR le sue linee di credito nei confronti di ciascuna banca, la banca vede nella CR dell’azienda solo le proprie posizioni e non quelle degli altri istituti bancari, se non per l’ammontare complessivo. Con una adeguata comprensione della CR l’azienda avrà argomentazioni buone da riportare alla banca che chiede informazioni relativamente al debito nei confronti degli altri istituti: migliorerà così il rapporto fiduciario con le banche che sostengono finanziariamente l’impresa.

Report, tabelle, grafici e note semplificando i dati degli ultimi tre mesi della CR – dovrebbero dare all’azienda un riepilogo chiaro dei rischi finanziari relativi alle aree indicate in tabella. Dalla lettura degli indicatori si ottengono consigli per migliorare la gestione finanziaria:

 

Affidamenti, per ogni tipologia di linea di credito e per ogni banca

Gli affidamenti sono distinti in linee autoliquidanti (ad es. “salvo buon fine”), linee a scadenza (finanziamento) e linee a revoca (fido di cassa). L’analisi dei dati degli affidamenti indirizza l’impresa verso una gestione finanziaria più efficiente: un sottoutilizzo costante delle linee autoliquidanti consiglia di ridurre i fidi richiesti alle banche, un sovrautilizzo può essere sintomo di tensione finanziaria, che va quindi monitorata; un utilizzo delle linee a revoca superiore all’80% del credito affidato suggerisce di accedere a un finanziamento a medio termine, per risparmiare su interessi e spese bancarie e garantire maggiore stabilità finanziaria all’azienda.

Utilizzi dei fidi concessi, in percentuale e in valore, per ogni tipologia di linea di credito e per ogni banca

Garanzie prestate su propri debiti e a favore di terzi (con la specificazione se sono state anche attivate)

Le garanzie richieste dalle banche a fronte del credito concesso sono solitamente garanzie reali (costituite dall’iscrizione di ipoteca su beni immobili o dal pegno su merci o titoli di credito) o garanzie personali (perlopiù fideiussioni).

L’analisi del rapporto fra garanzie e totale dei fidi concessi può far comprendere all’azienda, ad esempio, che le garanzie sono state concesse per un valore eccessivo rispetto al credito e quindi può giustificare richieste di sgravio/riduzione di garanzie alle banche. Le garanzie prestate su debiti di terzi incidono sul rating in modo negativo, soprattutto nel caso in cui siano state attivate.

Rapporto fra garanzie rilasciate e monte degli affidamenti

Segnalazioni ed eventi negativi che consistono in ritardi nei pagamenti, insoluti e sconfini di c/c

Le segnalazioni e gli eventi negativi incidono profondamente sul punteggio assegnato all’azienda. È necessario saper confrontare gli sconfini con le risorse disponibili per ottimizzare la gestione finanziaria; vanno evitati sconfini continuativi sulla stessa linea di credito per più di 90 giorni perché generano segnalazioni gravi.

 

Controllare e monitorare i dati della CR serve a gestire in modo più efficace i momenti di tensione finanziaria e ottimizzare la gestione economica della struttura debitoria dell'impresa.

Considerati i ritardi di rilevazione dei dati in CR, un consiglio pratico alle aziende è di effettuare le richieste sempre all’inizio del mese.

 

Alessia Salmaso 

Dottore commercialista, Revisore contabile

Consulente di direzione e organizzazione

www.studiosalmaso.com

 

 

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